Volo bivacco in cinque tentativi

Articolo pubblicato su Volo Libero 329 Aprile-Maggio 2023 (click for PDF published version)

Volo bivacco in cinque tentativi

Vette Feltrine, settembre 2020: lanciamoci all’avventura

In questo settembre 2020 non conosciamo bene le Dolomiti. Abbiamo fatto un paio di voli in Panarotta e sul Monte Bondone. Nasce l’idea pazzesca di fare un volo bivacco. Oppure di non rientrare a casa la sera. Neanche rientrare alla macchina la sera. Ma rimanere in montagna solo con quello che abbiamo portato con noi. Semplicemente. 
La nostra scelta ricade sul decollo del Monte Avena, convinti del suo interessante potenziale. Studiamo la configurazione delle montagne e valli di questa regione delle Alpi Feltrine, le possibilità di decolli e atterraggi, e le classiche tracce di cross su XContest. Scegliamo un itinerario che ci sembra non troppo difficile: seguire le creste in direzione di Belluno, provare ad atterrare in quota e tornare il giorno dopo.  
Come al solito partiamo con lo zaino pieno: parapendio, imbrago, emergenza, casco, radio, acqua, piumino, giacca a vento, guanti e un piccolo variometro. Ma oggi dobbiamo anche infilarci dentro il sacco a pelo, il materassino, il cibo, il frontalino e il power bank. Decidiamo di prendere cibo secco, niente fornellino, solo un coltello. Un unico lusso: lo spazzolino da denti. Come inserire tutto questo materiale nello zaino? Riusciremo a gestire questo peso supplementare in decollo e in volo? 
Per facilitare questa prima prova, andiamo direttamente al decollo in macchina. Da lì iniziamo ad analizzare le condizioni. Non sembra il giorno più generoso dell'anno. Ma certo che riusciremo! Iniziamo a preparare le nostre vele, modeste vele EN B. 
Dopo essere decollati abbiamo la conferma che le condizioni non sono eccezionali. Quindi combattiamo come possiamo dirigendoci verso nord-est. Finalmente, atterriamo in un campo nella zona di Feltre. Pieghiamo rapidamente le vele e guardiamo quale può essere la nostra nuova meta per questa notte. Sarà il Rifugio dal Piaz. Ci sono una distanza e un dislivello abbastanza importanti ma la delusione di atterrare subito ci ha dato forze.
”Dove andate?”
”Al Rifugio dal Piaz”
”È troppo lontano, vi porto! Ma prima passate da me a prendere il mio succo di mela fresco”
Aiutati da Margherita, un'amica inaspettata, guadagniamo qualche metro di dislivello in macchina fino alla Croce d’Aune. Margherita non ci abbandona subito, sale per un po con noi. Abbiamo ancora quasi 1000 metri di dislivello da fare prima di trovare il campo ai piedi del rifugio dove dormiremo con una vista spettacolare sulla Valbelluna. 
La notte in bivacco è quello che rende l'esperienza di volo bivacco unica e diversa dagli altri tipi di volo. Noi amiamo l’idea minimalista e austera di dormire nei nostri sacchi a pelo e basta. Questa semplicità ci fa sentire tanto vulnerabili quanto forti. Sotto il Rifugio dal Piaz, ci accomodiamo e contempliamo la valle davanti a noi, ci sentiamo veramente privilegiati. 
Il giorno dopo ci svegliamo e con calma ci prepariamo per decollare. Il decollo è però coperto da nubi basse. Ci chiediamo cosa succederà, si alzeranno, o al contrario si abbasseranno? Siamo del parere che quando si può decollare, bisogna andare. Scendiamo qualche metro a piedi con le vele in mano e partiamo per un altro volo di combattimento. 
In conclusione, tutto il materiale è entrato nello zaino! Abbiamo scelto di attaccare l’oggetto più voluminoso, il sacco a pelo, fuori dallo zaino. Ringraziamo i designer che hanno messo gli elastici esterni! I test che avevamo fatto a casa prima di partire sono stati utili. Dall’altra parte, lo studio delle previsioni meteo ci ha permesso di risparmiare i due chili della tenda. Siamo, così, riusciti a fare il nostro giro senza sentire una mancanza particolare. Anzi, ci siamo goduti un succo di mela extra! E soprattutto con i denti puliti!





Alto Adige, giugno 2021: puntiamo troppo alto, cambiamo i piani

Siamo partiti sognando in grande: fare due giorni di volo bivacco in Val Pusteria con le sue montagne alte e le sue termiche infinite. In realtà, il primo giorno le condizioni erano molto stabili. L’hike a Weitental, un decollo a mezza montagna, è subito finito in fly balistico. Siamo ripartiti, salendo con un bel caldo la montagna sull'altro versante, l’Altberg. Ma alla fine senza la motivazione necessaria. Dopo una lunga pausa sotto un albero abbiamo raggiunto di nuovo la valle, decollando dal primo campo erboso che abbiamo trovato. È già sera, ci guardiamo e ci rendiamo conto che il grande sogno rimarrà ancora un sogno, perché questa avventura si ferma qua.
Abbiamo fatto un bivacco vicino alla macchina, e cenando con pane e lucanica, abbiamo cambiato piano: “Domani prenderemo la funivia per salire a Speikboden e fare un bel volo”.
Due insegnamenti di queste giornate: 
Fin dall’inizio le condizioni per questo volo bivacco in Val Pusteria non erano con noi: le previsioni molto stabili, la scelta di partire da un decollo basso, il non poter volare bene, il caldo fortissimo che ci impediva di camminare, e di conseguenza la stanchezza e la mancanza di motivazione. È stato un grande colpo morale che, ora della fine della giornata si è trasformato in frustrazione. Cosa fare dopo un giorno così? Come prima cosa, accettare le condizioni reali e rispettare le scelte che abbiamo fatto in quel contesto. Secondo, cercare di trasformare questa frustrazione in nuove possibilità. Qual è la cosa più figa che possiamo fare domani?
I giorni prima di partire per un volo bivacco ci prepariamo mentalmente per affrontare i momenti impegnativi come lo sforzo fisico, le situazioni difficili in volo, e le costanti decisioni che dovremo prendere. Ma è anche possibile non trovare quello che ci si aspetta. La cosa più bella del volo libero è che non sappiamo cosa troveremo sul terreno. Quindi, la nostra preparazione mentale deve integrare tutte le possibilità dovute a questa imprevedibilità. 
Per esempio, siamo partiti per fare un volo bivacco di due giorni, ma abbiamo dovuto cambiare i piani e combinare hike & fly, bivacco e volo classico, e alla fine ci siamo divertiti.





Belluno, luglio 2021: iniziamo a capire come funziona

Questo sabato siamo saliti a piedi al decollo del monte Dolada. Il decollo è pieno di amici! C'è una buona ragione: il Campionato Triveneto. Ascoltiamo il briefing ma partiamo prima di tutti i piloti che aspettano lo start.  
Andiamo in direzione del Cimon lungo le creste orientate a sud. Ma le condizioni sono ancora deboli. Atterriamo al campo di calcio di Chies d’Alpago. Mentre pieghiamo, vediamo le vele dei competitori sopra le nostre teste correre verso le boe.
Cosa fare? È ancora presto e abbiamo volato appena un’ora. Il giorno è bello quindi potremmo trovare ancora belle condizioni di volo. Guardiamo la mappa e il paesaggio cercando un posto che potremmo raggiungere camminando, per ridecollare. Scegliamo il monte Guslon. È abbastanza lontano ma il grande pendio sud-ovest ci convince che sarà possibile decollare a mezza montagna senza arrivare in cima, e approfittare delle brezze termiche di fine pomeriggio per salire facilmente. L’idea è di poter tornare a Pieve d’Alpago in volo e dormire al piccolo Bivacco Scalon.
Primo errore: l’avvicinamento per arrivare ai piedi del Guslon è più lungo di quanto pensavamo!   
Secondo errore: la parte bassa del Guslon non è decollabile perché è piena di piante non indicate sulla mappa né visibili da lontano!
Dopo più di quattro ore di camminata stiamo ancora salendo sul Guslon. La questione non è più sapere se potremo sfruttare le belle termiche, ma sapere se potremo decollare prima della notte! Abbiamo considerato solo lo scenario super-ottimista di trovare un campo a mezza montagna, ma non c'è, quindi continuiamo a salire in fretta e senza troppo margine. Siamo stanchissimi ma mettiamo tutta l’energia che abbiamo per arrivare sulla cresta terminale. Troviamo un posto che ci ispira a 200 metri dalla cima. Il cielo, di un blu limpidissimo, ci indica che è l’ultimo momento per decollare. 
In una pianata serena contrastando gli sforzi del giorno arriviamo a San Martino d’Alpago. L’atterraggio in città fa un grande successo fra gli abitanti storici del paese che ci offrono il caffè. Continuiamo con una camminata sopra il paese per raggiungere un campo perfetto per passare la notte con una bella vista sulla valle. Scambiamo messaggi con Nick Neynens, personaggio importante della comunità del volo bivacco, che ci condivide le sue gioie. Lui è atterrato in cima al monte Dolada e può godere di una cena in rifugio e di un panorama ancora più bello.
Mentre mangiamo dentro ai nostri sacchi a pelo, guardiamo il meteo che indica pioggia per il giorno dopo. La mattina ci svegliamo con il fiato di tre pecore che stanno pascolando intorno a noi, guidate dalla loro pastorella. Lei è in realtà la proprietaria del campo dove abbiamo dormito. Ci accoglie con un grande sorriso e ci racconta la storia della sua famiglia.
Decidiamo di camminare fino a Pieve d’Alpago per tornare alla macchina. Uscendo dal bosco arriviamo a un maso. Salutiamo. Ecco la padrona di casa che arriva al cancello con un piatto: “Salame di cervo! È fatto col cuore”.
Un regalo bellissimo dopo tanti sforzi! Dimentichiamo il pessimo tempo e ricordiamo le belle avventure del giorno prima mangiando questa divina gastronomia locale. 
È domenica mattina tardi ormai, ma scriviamo comunque agli amici di Revine: sembra che lì non piove e si possa volare…Ce la giochiamo e facciamo un bellissimo hike & fly insieme! Finisce il weekend e siamo esausti ma abbiamo avuto tutto quello che cercavamo: avventure, incontri inaspettati, un bivacco magico e tanti amici! 






Valsugana, luglio 2021: eccesso di fiducia, umiltà prima di tutto

Dopo queste prime esperienze, abbiamo guadagnato fiducia. Vogliamo continuare a migliorare e fare più distanza in volo. Un momento: far maggior distanza ci darà più soddisfazione? Non lo sappiamo ancora. La Valsugana sembra un terreno di gioco perfetto. Bella, lunga e con un potenziale importante di cross. La conosciamo bene perché voliamo spesso in Panarotta. Almeno crediamo di conoscerla bene. Perché una cosa è far voli locali, mentre un’altra è partire in giro per fare volo bivacco. 
Saliamo a piedi verso Vetriolo e poi decolliamo velocemente con il piano di volare verso est e atterrare in quota. Ma, cosa succede? Succede che atterriamo a Borgo Valsugana, nel caldo di inizio pomeriggio. Poca distanza in volo insomma, ma con la motivazione intatta. La realtà è stata lontana dall'ideale che avevamo. Puntiamo verso il Monte Tauro con l'obiettivo di dormire lassù per decollare il giorno dopo. 
Le nostre gambe ci ricordano che c'è un po' di distanza e di dislivello per arrivare, è un richiamo a sempre rimanere umili. Anche se incontriamo una signora che ci dà la migliore acqua d’Italia, non è sufficiente! Con 1700 metri di dislivello già fatti dal mattino, ci fermiamo su un buon posto per dormire, con acqua e terreno piano e liscio. Faremo i restanti 1000 metri del percorso il giorno successivo. 
Bivacco top, notte sotto le stelle. Come sempre dormire in bivacco, per la sua purezza, ci dà una gioia indescrivibile. Spesso pensiamo che è un peccato che alcune persone non possano sperimentare mai una bella notte d’estate dormendo sull’erba.
Con l’energia ritrovata della mattina, saliamo velocemente. Vediamo sulla mappa un sentiero che sembra carino. Infatti, era carino prima di Vaia. Il temporale del 2018 l’ha cancellato completamente. Progrediamo in questo groviglio di tronchi passando sopra e sotto gli alberi caduti con lo zaino sulle spalle. 300 metri più in alto arriviamo sulla cresta con sollievo! La via fino ai grandi campi intorno al Bivacco Argentino è ormai libera. 
Le condizioni sono buone e ci permettono di decollare. Questa volta andiamo verso ovest. Dopo un bel volo atterriamo a Borgo Valsugana, si, per la seconda volta! Pronti per mangiare un gelato e rendersi conto che non bisogna far distanza per sentire soddisfazione, basta solo una bella avventura e un bivacco cinque stelle!










Veneto, luglio 2022: Ce l’abbiamo fatta volando 

Sullo schermo del telefono abbiamo disegnato il piano di questo weekend. Decollare dai frequentatissimi tappeti di Bassano e scappare verso est fino a Revine, dove sappiamo che c’è un comodo decollo per fare top landing e bivaccare. Siamo consapevoli del punto critico di questo volo, il traverso sul Piave, ma conosciamo bene il posto grazie a un hike & fly che abbiamo fatto dal Monte Cesen in primavera. 
Questo sabato d'estate le condizioni erano molto favorevoli per completare il nostro itinerario. Dopo essere decollati abbiamo girato le prime termiche, arrivando a base cumulo intorno ai 2000 metri, per poi continuare verso est. Riusciamo ad avere 1500 metri di quota per affrontare il nostro grande traverso. Prima di partire, sentiamo un brivido che riflette la voglia di farcela. Ci lanciamo! Dopo aver attraversato il Piave, arriviamo sulla prima collinetta con 800 metri di quota, ci aspetta una lunga lotta. Insieme, ci battiamo ai piedi del Cesen per 40 minuti. Per aiutarci, ci incoraggiamo e scambiamo consigli per radio. Finalmente, riusciamo a salire pian piano sulla cresta, facciamo quota e ripartiamo per Revine, incredibile! A questo punto, ci mancano ancora una ventina di chilometri per raggiungere il nostro traguardo. Abbiamo volato per più di due ore in condizioni toniche cercando attivamente di mantenere la vela aperta. Sentiamo i primi segni di stanchezza mentale. Se vogliamo completare il nostro piano, dobbiamo rimanere focalizzati sulla strategia: trovare le termiche, fare quota, andare avanti; non mollare la vela né lasciarci assorbire dai pensieri negativi. Per noi, la chiave è stata di non pensare ai 20 km in più da fare, ma di pensare solo a riuscire a proseguire, saltando consecutivamente da un rilievo all'altro.
Che liberazione! Siamo davanti al decollo di Revine, e con tantissima pazienza riusciamo a fare un top landing. Siamo molto contenti! È un istante unico. Dopo due anni di prove, siamo riusciti a chiudere il percorso volando, e per la prima volta ad atterrare in quota! I colleghi piloti presenti sul decollo saranno testimoni delle nostre lacrime e abbracci, che emozione!   
Iniziamo questa notte sotto le stelle. Con ancora in bocca il gusto delle fragole selvatiche che abbiamo trovato passeggiando intorno al nostro bivacco. E qui il film degli eventi del giorno inizia a progettarsi. Siamo sdraiati dentro ai sacchi a pelo, di fianco alle nostre vele aperte. Cioè, abbiamo superato tutte le difficoltà del giorno. È un momento di concretizzazione.
Sogniamo che dormiamo su un decollo, ci svegliamo, siamo pronti a decollare. Questa volta non è un sogno! Ci svegliamo davvero sui monti con il sole arrivando dal Col Visentin. Sentiamo fin dall'inizio della giornata l’evoluzione dell’aerologia. Percepiamo le brezze che si mettono in azione. Siamo privilegiati di poter osservare questo spettacolo invisibile che è di un gran valore estetico, ma soprattutto che ci dà tante informazioni a noi piloti. Caricati di queste informazioni, siamo pronti per tornare al punto di inizio della nostra avventura, Bassano. 
In questa esperienza abbiamo avuto tutti i parametri verdi: meteo, termiche, fisico, mente, materiale. Un’ottima preparazione è stata necessaria per poter sfruttare pienamente questa opportunità. Sono i tentativi precedenti che ci hanno aiutato ad arrivare preparati a questo momento. Decollare, volare, dormire, volare di nuovo, è stata l’attività di questo weekend: volo e bivacco, ce l’abbiamo fatta! 








Queste cinque avventure rappresentano la nostra passione: stare insieme in montagna, imparare a conoscerla e percorrerla in sicurezza. In particolare, queste esperienze di volo bivacco sono state apprendimenti arricchenti. Avremmo detto questo sabato di settembre 2020 sul Monte Avena che impareremo tante cose nuove? Gestire l'energia e lo sforzo fisico, allenare l’aspetto emozionale, muoversi in autonomia, scoprire le valli italiane, testare le nostre conoscenze della meteorologia e aerologia, e infine sviluppare le nostre capacità di decollo, pilotaggio e atterraggio in posti sconosciuti. Ma, come tante esperienze della vita, l’aspetto più importante rimane la condivisione con gli amici. Pensiamo a questa donna che abbiamo fatto uscire da casa sua e che ci ha offerto la migliore acqua d’Italia. Questo esempio, tra tanti altri, conferma lo spirito di aiuto reciproco e la ricchezza interiore che troviamo nei nostri amici italiani. 

Ringraziamo col cuore i nostri super editori: Cecilia Mariani, Arianna Randazzo e Filippo Caon.


DATA

POSTO

DECOLLO

DISLIVELLO mt 

VOLO km

09/2020

Feltre

Avena

Dal piaz

-

1000

10

10

06/2021

Val Pusteria

Weitental

Altberg  

500

400

2

2

07/2021

Belluno

Dolada

Guslon

700

1200

15

10

07/2021

Valsugana

Vetriolo

Tauro

1100

1700

15

10

07/2022

Veneto

Bassano

Revine

-

-

45

45



ATTREZZATURA

PESO (kg)

Parapendio 

4.5

Imbrago

1.5

Emergenza

1.5

Casco 

0.5

Radio

0.5

Acqua

0.75

Cibo

0.75

Coltello

0.15

Spazzolino da denti

0.02

Piumino e giacca

0.75

Sacco a pelo 

1.0

Materassino

0.36

Telefonino

0.2

Variometro

0.02

Totale

12.5



CHI SIAMO

Jérémie, 40 anni di cui 15 volando
Vela: Apollo 2 2017 (!)
Perché volo: per esplorare posti bellissimi
Pratica di volo: cross, viaggio, bivacco, H&F, volo locale
Segno distintivo: piumino azzurro
Un volo: volare dalla chiesetta sopra lo Stivo e Arco. Lago di Garda, Valle di Sarca, Adamello-Brenta questo febbraio 2023. Abbiamo un terreno di gioco unico al mondo !


Julieta: sono un’argentina appassionata di sport di montagna. Vengo da una vita di hockey su prato agonistico che mi ha formato come atleta. Sono decollata inizialmente per fare acrobatica aerea su tessuti e trapezio. La curiosità per la Natura e la montagna mi ha portato ad arrampicarle e poi a sorvolarle. Ho iniziato a volare cinque anni fa nelle Alpi francesi e ho potuto vivere belle avventure di hike & fly in Europa e nella mia Patagonia. 

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